Approfondimenti Rigenerazione Dentale
La moderna Implantologia dentale è in grado oggi di risolvere l’atavico problema della mancanza dei denti. Un impianto in titanio sostituisce una radice dentale persa in modo del tutto naturale e su di esso possiamo posizionare corone o ponti fissi in ceramica che avranno l’aspetto, il volume e la funzionalità dei denti naturali. Il concetto di implantologia è assolutamente legato alla possibilità di fare interventi di ricostruzione ossea e dei tessuti gengivali.
Dottor Nicola Paoleschi, dopo aver estratto un dente quanto tempo dobbiamo aspettare per poter innestare un impianto?
Quando un dente deve essere tolto perchè fratturato o nei casi in cui non ci sia infezione, è possibile anche fare un impianto post-estrattivo, cioè togliere la radice e subito dopo inserire l’impianto nel sito dell’avulsione. Questa tecnica abbrevia notevolmente i tempi di attesa. Altrimenti è consigliato aspettare circa 45 giorni perchè in questo periodo si dà la possibilità all’osso di guarire, nel caso fossero state presenti delle infezioni batteriche, e di rigenerarsi. Si assiste cioè alla formazione di nuovo osso che colmerà la lacuna lasciata dall’estrazione. Se l’attesa però diventa di anni l’osso riformatosi tenderà di nuovo a diminuire assottigliandosi ed abbassandosi.
Oggi è possibile aumentare il volume osseo?
Si, esistono molteplici tecniche per ricostruire osso. Praticamente tutte le sedi atrofiche possono essere migliorate e trasformate tranquillamente in sede di posizionamento di impianti in titanio che diventeranno nuovi, stabili e duraturi denti. Il materiale d’elezione con cui ricostruire un difetto osseo è certamente l’osso del paziente stesso. Materiali alternativi per aumentare l’osso, da utilizzare singolarmente o in associazione, sono l’osso demineralizzato, i biomateriali, i biovetri, l’idrossiapatite, le griglie e le membrane, riassorbibili o rinforzate in titanio. Oggi è possibile aumentare il volume osseo nella stessa seduta in cui decidiamo di inserire gli impianti. Questo significa che con una sola anestesia locale, con un intervento breve e risolutivo, possiamo bloccare gli impianti nell’osso e stabilizzarli con i materiali rigenerativi.
Dottore, quali sono le cause di atrofia ossea?
La prima è quella fisiologica post estrattiva, per cui dopo l’avulsione di un dente rimane uno spessore osseo leggermente inferiore rispetto al volume osseo precedente. Questa situazione è gestibile da un’implantologo. La seconda è la perdita di osso a causa di infezioni per cui denti affetti da grave malattia parodontale, ascessi ripetuti, granulomi e cisti, vanno incontro nel tempo a perdita di supporto osseo. Ciò è segno di scarsa cura del paziente perchè sono patologie che, se affrontate in tempo dal dentista sarebbe eviterebbero la perdita di sostanza ossea. Infine esistono delle zone della bocca dove l’osso è di spessore ridotto e che contengono strutture molto delicate. Sono le zone in corrispondenza dei molari superiori e dei molari inferiori, quest’ultima connessa con il canale dove passa il nervo alveolare inferiore.
L’intervento chirurgico è diverso dal semplice inserimento di impianti?
La tecnica chirurgica è differente ma non più lunga. Il moderno implantologo esegue tutti i giorni questo nuovo tipo di interventi. Ad esempio nel mascellare superiore, là dove l’altezza ossea a livello del pavimento del seno mascellare potrebbe non dare un sostegno valido e funzionalmente sufficiente all’impianto stesso, è possibile eseguire, con materiali osteoconduttori, un Rialzo del seno mascellare. Il posizionamento degli impianti è effettuato nel corso dello stesso intervento di rialzo, e ciò permette di ridurre il tempo globale di cura e protesizzazione. La rigenerazione ossea consente di creare un sufficiente spessore osseo per la stabilità definitiva degli impianti.
Cosa provoca la perdita di osso e la mobilità dei denti?
La malattia parodontale, un’infezione cronica delle strutture parodontali. La nostra bocca è normalmente colonizzata da ca. 500 ceppi diversi di batteri. Il sistema immunitario riesce facilmente a tenerli a bada finché non diventano troppo numerosi. Se l’igiene orale è trascurata, i batteri formano la cosiddetta placca dentale nella quale i germi possono moltiplicarsi indisturbati. Le tossine da essi prodotte portano alla gengivite che si manifesta con gengive che sanguinano quando si spazzolano i denti. Se la gengivite perdura più a lungo l’infiammazione può estendersi dalle gengive e può distruggere le fibre parodontali e l’osso alveolare che sorregge i denti.Si formano allora delle tasche prima gengivali, poi ossee, che celano al loro interno residui tartarei e placca batterica. La malattia parodontale, se incurata, progredisce e porta alla progressiva perdita dei denti.
E’ possibile ricreare osso alla base dei denti?
Si, attraverso la rigenerazione tissutale guidata. La tecnica prevede l’inserimento di particolari sostanze nell’ambito dei tessuti parodontali che consentono la rigenerazione di tessuto osseo e connettivo laddove questo è stato colpito da riassorbimento. Le sostanze utilizzate sono le membrane parodontali e i sostituti ossei, che possono essere entrambi di derivazione naturale o sintetica. Questo tipo di intervento restituirà nuovo cemento radicolare, nuovo legamento parodontale e nuovo tessuto osseo a quei denti che avevano perduto sostegno per azione della malattia parodontale.
Dr.Paoleschi, cosa dobbiamo attenderci nel futuro circa la rigenerazione ossea?
La rigenerazione ossea con cellule staminali. Le cellule staminali adulte e l’ingegneria tissutale rappresentano in questo momento i campi di ricerca a livello mondiale più promettenti e dibattuti, non solo per quanto riguarda la rigenerazione ossea ma anche circa la rigenerazione tissutale in genere. Poter prelevare dunque cellule direttamente dal donatore con un minimo costo biologico, “istruirle” su ciò che dovranno fare e reimpiantarle all’occorrenza sono strumenti che potranno sicuramente dare il proprio contributo affinché la chirurgia in generale possa essere il meno traumatica e il più efficace possibile.